Dominare il proprio campionato con un budget limitato? Si può fare!

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The Saint-Ouen-l'Aumône Cougars' modest facility in Saint-Ouen-l'Aumône, France.

il modesto impianto dei Cougars a Saint-Ouen-l’Aumône (Francia)

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Di: STAFF
Traduzione a cura di: Enrico Brazzi
A cura di: Valentina Ferrara

 

Mentre svolgevamo le ricerche per il libro in uscita di Travis Brody (che analizzerà il passato, il presente e il futuro del football europeo), io e Travis abbiamo intervistato decine di persone provenienti da squadre di quasi tutta Europa, raccogliendo così la più esaustiva mole di informazioni riguardante il football europeo. Uno dei dettagli emersi da queste interviste è chele squadre devono affrontare una serie di difficoltà finanziare per poter crescere ed affermarsi.

Quasi tutte le squadre di football devono metter mano al portafogli per superare gli ostacoli finanziari. Innanzitutto, a differenza di calcio, rugby e hockey, le squadre di football non ricevono finanziamenti statali, di conseguenza devono trovare i fondi per conto proprio. Come se non bastasse, il football è molto più costoso rispetto agli altri sport, dato che servono attrezzature specifiche sia per i giocatori che per il campo. Inoltre, il football richiede maggiori investimenti a livello di allenatori, infatti per avere uno staff completo sono necessari head coach, offensive coordinator, defensive coordinator e allenatori di reparto. Per di più, al football servono impianti in cui sono presenti sale pesi, sale per fisioterapia e riabilitazione e aule in cui guardare i filmati. Questi impianti sono difficili da ottenere e piuttosto costosi. In poche parole, fondare e far funzionare una squadra è economicamente difficile dappertutto, ma in Europa lo è ancora di più, considerando che lo sport viene osteggiato da amministrazioni e gestori dei campi, che preferiscono sport più tradizionali come il calcio e il rugby.

Alla luce di tutto questo, non sorprende che nella comunità europea del football si pensi che il livello di gioco migliorerebbe se si avessero budget più ampi. Certo, il livello di una squadra crescerebbe se potesse permettersi impianti d’élite, allenatori americani di alto livello, giocatori import e attrezzature migliori.

Anche se è facile riconoscere l’importanza di avere un budget decoroso per avere una squadra di successo, non farei il mio lavoro se non facessi notare che alcune delle squadre più vincenti d’Europa hanno raggiunto il successo nonostante budget modesti. È sicuramente costoso fondare e mantenere una società di football di qualità, tuttavia diverse squadre europee hanno dimostrato che con la giusta idea, il giusto impegno e la giusta passione, si possono superare gli ostacoli posti da un budget limitato.

I Cougars di Saint-Ouen-l’Aumône sono il tipico esempio di una corazzata che opera con un budget limitato. Il football è abbastanza diffuso in Francia, con più di 150 squadre distribuite sul territorio. Inoltre, il livello di gioco è più alto che in altre zone d’Europa, e ci sono diverse squadre d’élite capaci di raccogliere successi. In questo scenario, i Cougars hanno vinto il campionato 2015 vincendo tutte e 14 le partite disputate, e lo hanno fatto con un budget nettamente inferiore rispetto a molte delle squadre che hanno sonoramente sconfitto. Per di più, i Cougars non hanno impianti degni di nota e nessuno dei loro allenatori viene pagato.

Un altro esempio sono i Seamen Milano, che hanno vinto il campionato nel 2014 e nel 2015, dopo aver perso la finale nel 2013. Un traguardo abbastanza importante, se si considera che i Seamen non pagano né allenatori né dirigenti e che non ricevono nessun finanziamento statale. I Seamen lavorano duro per permettersi attrezzature e divise e guardateli: sono arrivati in finale per 3 volte consecutive, vincendo nettamente le ultime due.

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggiano i London Warriors, che nel 2015 hanno vinto il loro terzo campionato, un risultato non da poco, se si considera che non hanno a disposizione giocatori import o allenatori stipendiati. I Warriors non giocano neanche in un vero stadio: l’affitto costa troppo, e per questo sono costretti a giocare su un campo da rugby.

I Basel Gladiators sono un’altra squadra che ha raggiunto il successo nonostante le limitate risorse economiche. I Gladiators hanno un budget inferiore rispetto ad altre squadre del campionato maggiore svizzero, ma sono arrivati in finale sei volte di fila, vincendo nel 2014. Non sarà certo un budget modesto a fermarli.

Gli Schwäbisch Hall Unicorns, che giocano nella German Football League, il campionato europeo più duro, meglio organizzato e con più risorse economiche d’Europa, hanno vinto il titolo nel 2011 e nel 2012. Sono tornati in finale nel 2015, perdendo però contro i Braunschweig Lions, considerati all’unanimità la squadra più forte d’Europa. Gli Unicorns pagano un solo allenatore a tempo pieno, hanno un budget di gran lunga inferiore rispetto alla maggior parte delle altre squadre della GFL, e non ricevono finanziamenti statali. Alla luce di tutto questo, il loro successo in uno dei campionati più competitivi d’Europa è ragguardevole.

Anche i Lisboa Navigators hanno un budget relativamente ristretto, ma hanno vinto il campionato portoghese per 6 anni di fila. Inoltre, i Navigators hanno ingaggiato il loro primo import solamente nel 2015: questo significa che hanno vinto 5 campionati di fila senza usarne.

Ma forse l’esempio più calzante di una squadra che domina il proprio campionato nonostante le limitazioni economiche sono i Carlstad Crusaders. Come i Navigators e gli Unicorns, i Crusaders sono una squadra locale, nel senso che la maggior parte dei giocatori proviene da Carlstad e dal suo circondario. Inoltre, dato che la federazione svedese ha regole molto severe sull’utilizzo degli import, i Crusaders non ne hanno mai avuto più di due in squadra. Non hanno neppure un impianto di proprietà. Ma tutto ciò non ha impedito loro di arrivare in finale 13 volte consecutive, vincendo le ultime sei.

Ma come hanno fatto queste squadre a superare le ristrettezze economiche e avere così tanto successo? Parte della risposta sta nell’essenza del football, e l’altra parte negli individui che guidano queste società sportive.

Più che in ogni altro sport, nel football il successo è direttamente proporzionale alla qualità degli allenatori. Gli allenatori disegnano schemi e creano strategie: che si tratti di goal-line defense, kickoff, two-minute offense, gli allenatori si occupano di ogni aspetto del gioco. In ogni partita prendono decisioni in tempo reale, che si tratti di chiamare uno schema, di fare aggiustamenti all’intervallo o di sostituire un giocatore. Una squadra con impianti e attrezzature superiori non vincerà mai contro una squadra meglio allenata.

Xavier Mas, general manager dei Cougars di Saint-Ouen-l’Aumône, mi ha spiegato come gestisce i suoi allenamenti: li pianifica con largo anticipo, per poi inviare il programma a tutti i suoi allenatori (e ai suoi giocatori) giorni prima dell’allenamento, in modo che tutti sappiano cosa aspettarsi. Durante l’allenamento, si lavora e basta, si passa da un esercizio all’altro senza intoppi e non si perde tempo a spiegare gli esercizi perché tutti si presentano in campo preparati. È proprio questa la differenza che può fare un buon allenatore, e questo tipo di guida spiega in parte perché i Cougars hanno chiuso il 2015 da campioni imbattuti, nonostante avessero un budget limitato.

La preparazione per ogni stagione e per ogni partita è un altro aspetto in cui il football si differenzia dagli altri sport. Non solo il campionato di football dura meno (solitamente non più di 4 mesi) ma consiste di poche partite (mai più di una a settimana). Questo significa che una buona parte del lavoro per arrivare al successo si svolge durante l’offseason e che ogni partita è di estrema importanza. Non importa quanti soldi si siano spesi per impianti, allenatori, giocatori import e attrezzature, se non si è sfruttata al massimo l’offseason e se non ci si è preparati al meglio per la partita studiando i filmati. Quando si affronta una squadra che, nonostante il budget ridotto, abbia fatto entrambe le cose, quasi sicuramente si perde.

Amilcar Piedade, head coach dei Lisboa Navigators, ne è la prova vivente. In un’intervista ha affermato che, in occasione di una finale, i Navigators dovevano affrontare una squadra semplicemente più forte e talentuosa. Tuttavia questa squadra non aveva preparato bene la partita. “Giocarono gli stessi schemi che avevano giocato per tutto il campionato, ma noi li avevamo studiati ed eravamo pronti a fermarli”. I Navigators avevano contro una squadra più forte, ma vinsero perché più preparati. La morale della favola è semplice: se conosci il tuo avversario come le tue tasche e sei preparato, porterai a casa la vittoria, anche se non sei la squadra più forte.

La chimica di squadra è un altro fattore importante. Il football americano è il vero sport di squadra. In un altro articolo ho spiegato perché il football è unico tra gli sport di squadra, poiché ogni ruolo richiede un certo tipo di fisico e di mentalità. Non importa chi tu sia, in squadra c’è un posto per te. Dal kicker al defensive tackle, ogni ruolo richiede un’incredibile varietà di abilità atletiche e mentali.

Questa particolarità del football rende il lavoro di squadra, e in particolare la chimica di squadra, una caratteristica fondamentale per la vittoria, a differenza di altri sport. Le “superstar” hanno un impatto minore sul successo della propria squadra. Tom Brady, anche se è il miglior quarterback di tutti i tempi, non sarebbe nessuno se non fosse per la sua linea d’attacco, per i suoi running back, per i suoi ricevitori, e per i suoi compagni che giocano in difesa e sugli special team. Sicuramente la capacità di Brady di trascendere il livello di gioco dei suoi compagni è unica, tuttavia, se non fosse stato circondato dai suoi compagni non avrebbe mai vinto un Super Bowl. Non funziona così invece nel calcio e nel basket, dove una superstar, anche se non può vincere un campionato da sola, può sicuramente incidere sull’andamento di una partita monopolizzando la palla. Nel football, una squadra senza giocatori fenomenali, che però giocano come una squadra, può battere una squadra piena di talenti che giocano per sé stessi.

I Seamen Milano dimostrano questa teoria in modo appropriato. Marco Mutti, presidente dei Seamen, ha spiegato quanto siano speciali le loro dinamiche di squadra. “Tutti sono dediti al programma. Se avessi dato 100 Euro a ogni giocatore, avremmo chiuso nel giro di poche settimane. Invece i ragazzi credono veramente nella squadra e hanno una grande passione per il football”, ha spiegato.

Anche Xavier Mas ha sottolineato quanto sia fondamentale la chimica di squadra per raggiungere il successo. Nei Cougars, ha spiegato, i giocatori import non sono la “ciliegina sulla torta”, come nella maggior parte delle altre squadre, sono solo “giocatori” e trattati come tali: non esistono status speciali per loro.

Persone come Marco Mutti e Xavier Mas capiscono che la chimica di squadra è fondamentale per raggiungere il successo, soprattutto nel football, e che non esiste cifra che possa compensarne la mancanza.

È motivante vedere squadre come i Cougars di Saint-Ouen-l’Aumône, i Seamen Milano, i London Warriors, i Basel Gladiators, gli Schwäbisch Hall Unicorns, i Lisboa Navigators e i Carlstad Crusaders continuare a lavorare con perseveranza, ed è ancora più motivante sentire la passione di chi li guida.

Queste squadre sono la prova che, nel football, la vittoria dipende più da cose poco quantificabili su carta come la capacità degli allenatori, la preparazione e la chimica di squadra che da cose più quantificabili come le attrezzature, gli impianti e il numero di allenatori e giocatori stipendiati. Nel football, la passione, il cuore e la dedizione regnano supremi. Che possa sempre essere così.

 

Cosa ne pensi delle filosofie di queste squadre? La tua squadra massimizza il budget in maniera efficiente? Scrivicelo nei commenti.