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Di: STAFF
Traduzione a cura di: Enrico Brazzi
A cura di: Valentina Ferrara
Fin da piccoli, i bambini olandesi conducono una vita abbastanza attiva e praticano vari sport, tra cui calcio, hockey su prato, pallavolo, ginnastica e, negli ultimi tempi, football americano. Tuttavia, quando raggiungono i 13 anni, l’11% di loro smette di praticare sport.
Non a caso l’età coincide con il loro ingresso nella scuola superiore. Nei Paesi Bassi, è normale per i giovani studenti frequentare una scuola superiore lontana da casa, poiché ne esistono poche sul territorio nazionale. Per di più, a questa età i ragazzi devono affrontare nuovi impegni scolastici e sociali, come per esempio fare nuove amicizie e gestire un orario scolastico più rigido.
Gli sport perdono ulteriori praticanti quando questi ragazzi raggiungono i 18 anni, età che coincide con il diploma e con l’inizio degli studi universitari. Non più ragazzini ormai, questi giovani adulti devono affrontare nuove sfide accademiche e possono accedere al mondo che li circonda senza limitazioni, avendo la libertà di seguire qualsiasi percorso che li interessi.
Tuttavia, i ragazzi olandesi non solo gli unici ad affrontare questo tipo di cambiamenti a livello sociale e scolastico durante la loro crescita. In Europa, i loro coetanei affrontano un percorso simile. Ciò che rende unici i Paesi Bassi, però, è l’esistenza di diverse agenzie governative che si occupano di capire in che modo invertire queste tendenze. A Utrecht opera la Utrecht Sports Association, un’organizzazione finanziata pubblicamente che lavora per fare in modo che i ragazzi continuino a praticare sport fuori dall’orario scolastico. L’obiettivo dell’associazione è rendere i vari sport accessibili ai ragazzi olandesi. Il Comitato Olimpico olandese è un organo governativo nazionale che si impegna per motivare i ragazzi a praticare sport il più possibile. Sempre a Utrecht opera Jong030, un’organizzazione che si occupa principalmente di ragazzi svantaggiati. Inoltre, la stessa città di Utrecht offre un “Upas” (Utrecht Pass) ai ragazzi provenienti da famiglie svantaggiate, per fare in modo che non vengano esclusi dal far parte di squadre sportive a causa delle ristrettezze economiche. Infatti, oltre ai costi di trasporto, far parte di una squadra comporta spese per acquistare materiale sportivo e altro.
È all’interno di questo bellissimo contesto che gli Utrecht Dominators lavorano con passione per rendere il football accessibile ai ragazzi olandesi di tutte le età. Come spiegato da Ilja Tersteeg, fondatore dei Dominators, la società “lavora a stretto contatto con le organizzazioni locali create per dare varie possibilità ai ragazzi che vogliono fare sport. Il nostro obiettivo principale è sviluppare il football e il flag football a Utrecht per far sì che più ragazzi possibili abbiano la possibilità di praticare questo sport e, di conseguenza, di appassionarvisi”. È giusto far notare che, nei Paesi Bassi, i Dominators non sono soli in questa missione; L’Aia, Lelystad e Amsterdam organizzano programmi di flag football scolastici seguendo la stessa motivazione.
I Dominators svolgono diverse attività per raggiungere questo scopo. Prima di tutto, la società ha quote di iscrizione molto basse, in modo che iscriversi sia alla portata di tutte le famiglie di Utrecht. Oltre a rendere la squadra accessibile a tutti a livello economico, i Dominators hanno reso la squadra accessibile indipendentemente dall’età o dal sesso. I Dominators hanno squadre di flag football per ragazzi dai 12 ai 15 anni e per adulti dai 16 anni in su, e sperano di aggiungere una squadra per ragazzi dagli 8 ai 12 anni. Inoltre, schierano squadre di tackle football per ragazzi dai 14 ai 16 anni, per ragazzi dai 16 ai 18 anni, e per adulti maggiorenni. Le donne sono le benvenute in tutte le squadre e sono presenti a roster in entrambe le squadre di flag football. “Crediamo fermamente che lo sport sia fondamentale per avere uno stile di vita salutare ed equilibrato”, precisa Tersteeg.
Fuori dal contesto inclusivo della squadra, i Dominators collaborano con un’iniziativa locale chiamata Hearts for Sports per entrare nelle scuole di Utrecht e dintorni con l’obiettivo di sviluppare il football e il flag football. Lavorano inoltre a stretto contatto con Olympos, società che si occupa di sport per studenti. Insieme organizzano due corsi primaverili di flag football per studenti, della durata di 9 settimane, con l’obiettivo finale di creare un torneo studentesco nazionale.
Complessivamente, i Dominators lavorano duramente per apparire regolarmente nelle 16 scuole di Utrecht e soddisfare così un’ampia gamma di necessità. I Dominators tengono clinic nelle scuole per insegnare il flag football agli studenti, oltre a spiegare a insegnanti e allenatori di queste scuole come gestire un programma di flag football in modo che risulti il più invitante possibile per gli studenti. Hanno anche creato un manuale di flag football, che regalano alle scuole, che fornisce istruzioni su come creare programmi di flag football e gestirli con facilità e in autonomia. Tersteeg spiega che l’obiettivo che sta dietro a questo impegno è di “crescere delle radici in modo che questo sport possa prendere vita e sostenersi da solo”.
I Dominators lodano le virtù di questo sport tutte le volte che lo promuovono, spiegando perché faccia bene ai bambini praticarlo. In poche parole, difficilmente esistono liste di attesa per iscriversi a una squadra di flag football, come invece succede col più popolare calcio.
Oltretutto, il flag football è uno sport misto in cui maschi e femmine giocano insieme. Per di più, il flag stimola la creatività, in quanto ogni squadra deve creare il proprio playbook. Questo porta le persone a lavorare insieme, poiché solo le squadre che hanno schemi efficaci e la giusta intesa per eseguirli possono avere successo. Come se non bastasse, il flag favorisce il senso di fiducia tra compagni di squadra, dal momento che ogni componente della squadra ha un compito preciso e che gli altri dipendono dalla sua capacità di portarlo a termine per poter eseguire il loro. Infine, il football americano è indifferente al complesso della superstar, secondo cui le squadre vengono costruite attorno a singoli atleti, come succede invece frequentemente nel calcio, nel basket e in altri sport.
Non è un caso quindi che i Dominators tengano dei clinic di flag football in numerosi centri di detenzione giovanile olandesi.
Sono 10 anni che i Dominators svolgono questo lavoro, e la loro idea è diventata sempre più inclusiva e ad ampia portata. “Vogliamo fare in modo che il flag diventi uno sport convenzionale nelle scuole olandesi”, spiega Tersteeg, “vogliamo che una persona interessata al football possa praticarlo alle scuole superiori, all’università, e anche dopo”. La trasformazione di questa idea da sogno in realtà non è un traguardo lontano quando esistono società che lavorano come i Dominators.
Congratulazioni a tutte le persone che fanno parte dei Dominators. Apprezziamo molto il vostro impegno.