Un running back americano in Europa: la storia di Larry Croom

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Larry Croom playing for the Dresden Monarchs in Germany.

Larry Croom con la maglia dei Dresden Monarchs (Germania).

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Di: Travis Brody
Traduzione a cura di: Enrico Brazzi
A cura di: Valentina Ferrara

 

Non è facile trovare persone che hanno giocato a football nella NCAA Division I, nella NFL, nella NFL Europe e nella German Football League: Larry Croom è una di queste.

Il fatto che da Long Beach, città della California che ha dato i natali a leggende hip-hop come Snoop Dogg, Warren G e Nate Dogg, sia arrivato a giocare in posti come Amsterdam, Amburgo, Dresda e Berlino rende la storia ancora più improbabile.

Quando frequentavo la Los Alamitos High School, una delle nostre più grandi rivali era la Long Beach Polytechnic (detta anche Poly), una scuola appena fuori dalla contea di Los Angeles, ma dalla quale distavamo solo 8 km. La Long Beach Poly è l’high school che ha prodotto più giocatori NFL in assoluto, più di 60. Nella lista troviamo per esempio DeSean Jackson, Willie McGinest, Mark Carrier e Gene Washington. Quando frequentavo il primo anno alla Los Alamitos, avevamo sentito parlare di questo grande running back di Poly che si stava facendo notare per le sue prodezze. Il suo nome era Larry Croom.

Durante la sua carriera alla Long Beach Poly, Croom fu fenomenale, vincendo un titolo del campionato CIF e correndo per 2600 yard e 61 touchdown in 2 anni da titolare, nonostante avesse saltato 7 partite per infortunio e dividesse le portate con Herman Ho-Ching, futura stella di Oregon. Dopo l’high school accettò una borsa di studio dalla University of Arizona, giocando durante l’anno da freshman e partendo titolare in diverse partite nell’anno da sophomore. Dopo un cambio di allenatore, Croom decise di trasferirsi alla University of Nevada Las Vegas (UNLV), per giocare per il leggendario John Robinson. Robinson aveva allenato la University of Southern California (USC) e i Los Angeles Rams, accettando il posto da head coach a UNLV a fine carriera. “Robinson era un grande allenatore, mi sarei buttato nel fuoco per lui”, spiega Croom, “ero cresciuto seguendo USC quando Robinson allenava lì, quindi sapevo cosa aspettarmi”. Robinson si differenziava dagli altri allenatori perché “Lasciava che i giocatori fossero sé stessi. Creava un’atmosfera divertente e leggera. Lo rispettavo molto. Forse è l’unico allenatore di cui neanche i panchinari parlavano male, perché era una persona schietta: ti diceva chiaramente perché non avresti giocato. Era l’ultimo di una specie in via d’estinzione. Oggi gli allenatori devono essere psicologi e personal counselor, alterando la realtà pur di motivare un giocatore, ma con lui non funzionava così.”

Larry_Croom_Cardinals

Croom con la maglia degli Arizona Cardinals nel 2004.

In due anni a UNLV, Croom corse 292 volte per 1537 yard e 10 touchdown. Nonostante avesse subito un infortunio durante il suo anno da senior, firmò un contratto da undrafted free agent con gli Arizona Cardinals. Dopo essere partito titolare in 2 partite nel suo anno da rookie, Croom venne assegnato agli Hamburg Sea Devils della NFL Europe nella primavera del 2005.

Amburgo segnò l’inizio dei 6 anni di Croom in Europa. Si sarebbe rivelata un’esperienza che gli avrebbe cambiato la vita, ma all’inizio non fu tutto rose e fiori. “La NFL Europe era una grande opportunità, ma non l’apprezzai molto il primo anno perché la paragonavo troppo alla NFL”, spiega, “avevo giocato titolare ai Cardinals l’anno prima e non credevo di aver bisogno di giocare in NFL Europe. Inoltre, era il primo anno dei Sea Devils, quindi era tutto un po’ improvvisato.” Nonostante i problemi, Croom nella sua prima stagione europea si mise in mostra, correndo per più di 500 yard e segnando 4 touchdown in 10 partite. In autunno provò a entrare nei Tennessee Titans, ma venne tagliato, finendo a giocare ai Detroit Lions di Steve Mariucci, dove passò la maggior parte della stagione nella practice squad, lottando con alcuni infortuni. Al termine della stagione firmò un contratto da free agent con i San Diego Chargers, ma a primavera era già di ritorno in NFL Europe, questa volta con gli Amsterdam Admirals.

“La seconda volta affrontai la situazione con una mentalità diversa. Coi Lions avevo perso la maggior parte della stagione a causa di alcuni infortuni, quindi avevo bisogno di giocare in NFL Europe. Mi aprii all’opportunità di fare una bella esperienza e conoscere belle persone, giocatori con background diversi dal mio e grandi allenatori. Accettai la sfida e devo dire che per me fu un bel bagno d’umiltà.”

Croom ricorda con affetto il periodo passato nella capitale olandese. “Ad Amsterdam, tutti erano socievoli e cordiali, e sembrava di stare in una squadra NFL.” Croom si godette l’esperienza, e il suo rendimento in campo ne beneficiò: nel 2006 giocò il suo miglior campionato in NFL Europe, chiudendo la stagione con più di 400 yard corse e guidando la classifica marcatori con 8 touchdown. La sua crescita personale giovò dall’aver trovato il feeling con il coaching staff degli Admirals e con l’offensive coordinator John Allen (che sarebbe poi diventato head coach dei Berlin Thunder), che lo aiutò a sviluppare la parte psicologica del suo gioco. “Mi ha aiutato a vedere il gioco da una nuova prospettiva. Si prendeva il tempo per spiegarmi perché giocavamo una zona in certe situazioni o dove poteva essere il buco in ogni schema. Inoltre fu molto paziente con me e mi aiutò a essere sicuro delle mie capacità. Credeva in me, e questo mi aiutò a rendere il gioco più lento”.

Quella stagione, gli Admirals vinsero 7 partite, ne persero 3, e arrivarono al World Bowl, la finale del campionato. Croom segnò l’unico touchdown degli Admirals, una corsa di 12 yard nel secondo quarto. Purtroppo gli Admirals persero 22-7 contro i Frankfurt Galaxy, ma la stagione fu comunque un successo, e Croom sperò di poter giocare ancora nella NFL Europe.

Dopo il campionato con gli Admirals, Croom subì un infortunio alla spalla durante il training camp dei Chargers, che lo costrinse a passare la stagione in lista infortunati. A fine 2006, i Chargers lo tagliarono, e gli Admirals lo richiamarono per il campionato 2007.

Croom rispose alla chiamata di Amsterdam con un’altra solida prestazione, correndo per più di 600 yard e ricevendo per più di 500. Concluse la sua carriera in NFL Europe al secondo posto della classifica delle yard corse degli Admirals. Al termine della stagione, la NFL decise di chiudere la NFL Europe, e Croom firmò un contratto con i Pittsburgh Steelers. In quello che fu il suo ultimo anno in NFL, Croom passò la stagione nella practice squad degli Steelers, lottando con il riacutizzarsi di un infortunio agli addominali, subito ai tempi dei Cardinals.

Dopo qualche anno lontano dal football, Croom decise di dare all’Europa un’altra opportunità. Dopo la chiusura della NFL Europe, molti giocatori erano passati alla German Football League (GFL), uno dei migliori campionati europei per qualità di gioco. Croom, spinto da Michael Andrew, amico ed ex compagno agli Admirals che gli aveva suggerito di provare la GFL, nel 2011 firmò un contratto coi Dresden Monarchs, una delle squadre più forti d’Europa. “Potevo giocare di nuovo”, racconta Croom, “questa volta la mentalità era completamente differente: ero grato di poter indossare un casco. Cercai di godermi l’esperienza il più possibile. Pensavo di aver ancora tanto da dare al football e mi piaceva giocare, credevo di poter giocare ancora ad alti livelli e non vedevo l’ora di provarlo.”

Larry Croom with the Dresden Monarchs in 2012.

Croom con la maglia dei Dresden Monarchs nel 2012.

Ci riuscì benissimo. Nel 2011 corse per 1400 yard e 16 touchdown, mentre nel 2012 vinse il titolo di MVP e la classifica delle yard corse, chiudendo la stagione con 2200 yard e 23 touchdown e portando i Monarchs fino in semifinale.

“Adoravo la NFL Europe, ma non riuscii a godermela appieno”, spiega, “in NFL Europe i giocatori erano per la maggior parte americani, quindi non interagivamo molto con la comunità. Inoltre vivevano in hotel e non viaggiavano molto. Nella GFL, i giocatori sono per la maggior parte tedeschi o europei, quindi impari a conoscerli meglio. A Dresda si respirava aria di famiglia, e molti dei giocatori erano cresciuti insieme. Essendo uno dei veterani, potevo fare la parte del fratello maggiore: sembrava proprio una famiglia”.

Croom sfruttò l’avventura in GFL per visitare alcune città europee come Praga, Norimberga, Amsterdam e Londra. A Praga venne addirittura assunto per girare una pubblicità della XBOX ed ebbe l’opportunità di stare su un vero set: un altro bel ricordo che non fece altro che fargli apprezzare di più il periodo europeo.

Larry Croom on the Monarchs' gameday program.

Croom sulla copertina del giornalino dei Monarchs.

L’ultimo anno da giocatore lo passò ai Berlin Adler, combattendo con l’ennesimo infortunio ma riuscendo comunque a correre per 1100 yard e 12 touchdown in metà delle partite disponibili. Al termine della stagione decise di appendere il casco al chiodo, ma ricorda ancora con piacere l’esperienza europea.

“Non mi sono mai divertito tanto a giocare come quando ero con gli Admirals e coi Monarchs. Ci sentiamo ancora e posso dire di avere tanti amici in Europa. Abbiamo imparato veramente tanto l’uno dall’altro e spesso ci siamo sostenuti a vicenda.”

Oggi Croom divide il suo tempo allenando in un riformatorio di Las Vegas, dove lavorava come supplente durante l’offseason, facendo da oratore ad eventi di scuole locali, e lavorando in un’organizzazione no-profit che si occupa di case-famiglia. “Ho avuto un’infanzia fortunata e credo che sia importante aiutare la comunità. Per me è sempre stato fondamentale fare qualcosa per gli altri.”

Croom ripensa con affetto ai periodi della NFL Europe e della GFL. “Credo che l’Europa sia un posto speciale. Ci ho vissuto per 6 anni ed è un’esperienza che ha contribuito a farmi diventare l’uomo che sono oggi, tutti dovrebbero farla almeno una volta. Se si ama il football e si hanno le possibilità economiche, è una bellissima esperienza da fare. Sono onorato di poter dire che ho degli amici in un altro paese: posso andare a Berlino e incontrare persone che conosco. Inoltre ho un bagaglio di esperienze e ricordi che posso condividere con mio fratello e, un giorno, con i miei figli.

Alla domanda su come vedesse il futuro del football in Europa, Croom ha risposto con decisione: “è un posto dove il football esploderà nei prossimi 10-15 anni”.

Non possiamo che essere d’accordo con lui.