Il football nei Balcani: la Slovenia

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Slovenia’s Ljubljana Silverhawks taking the field.

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Di: STAFF
Traduzione a cura di: Enrico Brazzi
A cura di: Valentina Ferrara

 

Si può dire che la Slovenia è un crocevia. Geograficamente parlando, quattro delle formazioni geografiche più importanti d’Europa (le Alpi, le Alpi Dinariche, la Pianura Pannonica e il Mar Adriatico) si incontrano in questo piccolo paese. A livello linguistico, la Slovenia ha 3 idiomi ufficiali: sloveno, italiano e ungherese. Ma anche l’inglese, lo spagnolo, il tedesco, il francese, il serbo, il croato, il bosniaco, il montenegrino, l’albanese, il macedone e il ceco sono lingue comunemente parlate. Non dovrebbe quindi sorprendere se la Slovenia è al primo posto in Europa per “conoscenza delle lingue straniere”, con il 92% della popolazione che parla almeno una lingua “straniera” e il 72% che ne parla almeno due. Con una diversità culturale del genere, è normale che il football esista anche qui.

All’interno della federazione di football slovena esistono 8 squadre, divise in 2 serie da 4 squadre. I  Domžale Tigers, i Kranj Alp Devils, i Ljubljana Silverhawks, e i Maribor Generals giocano nella serie maggiore, mentre i  Gold Diggers, i Murska Sobota Storks, i Ljubljana Silverhawks B, e i Slovenska Bistrica Werewolves giocano nella serie minore.

La serie maggiore gioca football a 11, mentre la serie minore gioca football a 9. Le squadre della serie maggiore giocano tra di loro per raggiungere la finale nazionale, e altrettanto fanno quelle della serie minore, ma le cose possono diventare più complesse per le squadre della serie maggiore. Durante la loro stagione “regolare”, le squadre della serie maggiore hanno calendari differenti, poiché giocano anche in altri campionati internazionali.

A causa di questa situazione, sarebbe impossibile parlare della struttura del football in Slovenia senza prima analizzare in dettaglio le dinamiche che regolano il football nell’Europa centrale.

Nonostante ci sia una forte presenza di squadre locali (nove), durante la stagione regolare le squadre slovene sfidano abitualmente squadre austriache, croate, bosniache, serbe e ungheresi. Questa frequente competizione con squadre straniere indica che il football sloveno ha una delle strutture più complesse e internazionalmente integrate.

i Maribor Generals in una partita contro i Kranj Alp Devils (per gentile concessione di Miloš Vujinović)

Per esempio, i Domžale Tigers e i Kranj Alp Devils giocano nella Central Division della Central European Football League (CEFL- Central), insieme ai croati degli Zagreb Patriots e ai bosniaci dei Sarajevo Spartans. I Ljubljana Silverhawks invece giocano nella Western Division della CEFL, insieme agli austriaci dei Graz Giants e degli Hohenems Blue Devils, oltre a giocare nella massima serie della Austrian Football League (AFL). I Maribor Generals disputano il campionato di seconda divisione austriaco e non affrontano alcuna squadra slovena fino a quando non arriva il momento di giocare il campionato sloveno. Si può dire che tutto ciò rende la Slovenia un vero crocevia del football.

La situazione diventa ancora più complessa nella Eastern Division della CEFL (CEFL-East), dove gli ungheresi dei Budapest Cowbells sono in girone con 4 squadre serbe: i Beograd Vukovi, i Novi Sad Dukes, gli Inđija Indians e i Niš Imperatori. Le squadre serbe giocano anche nella Priva Liga, il campionato maggiore serbo, mentre i Cowbells giocano nel campionato maggiore ungherese, la Hungarian Football League.

I campioni della CEFL-East e della CEFL-Central si incontrano in un incontro di “wild card” per determinare chi affronterà i campioni della CEFL-West per il titolo della CEFL. Nel 2016, la finale è stata vinta di misura dai Graz Giants sui Beograd Vukovi.

Una situazione del genere può sembrare inutilmente complessa e contorta. Tuttavia la sua necessità diventa ovvia una volta comprese le dinamiche del football sloveno.

Prima di tutto, esiste una grossa disparità nel livello di gioco delle squadre slovene. Squadre come i Silverhawks sono in grado di competere con alcune delle migliori squadre europee nella AFL, mentre squadre come i Koper Pirates, l’unica squadra che non fa parte della federazione slovena, faticano ad avere i giocatori necessari per poter giocare una partita. Per restare sull’argomento, la serie minore slovena gioca football a 9 non per scelta strategica, ma per mancanza di giocatori. Inoltre, la maggior parte delle squadre sono di recente creazione. Solo i Silverhawks esistono da prima del 2008, e solo tre squadre sono state fondate prima del 2012. Queste differenze rendono impraticabile un campionato a 8 squadre.

Tuttavia, nonostante le differenze, si notano sviluppi notevoli e il football sloveno sta sicuramente andando nella direzione giusta.

Una banda di musica tradizionale slovena precede l’ingresso in campo dei Domžale Tigers (per gentile concessione di Darja Povirk)

(Photo comment: una banda di musica tradizionale slovena precede l’ingresso in campo dei Domžale Tigers (per gentile concessione di Darja Povirk))

Si prendano per esempio i Domžale Tigers. I Tigers contano 130 giocatori divisi in 7 squadre: una squadra senior di tackle football, un’under 17 tackle, una senior maschile e una femminile di flag football, un’under 15 flag, un’under 13 flag e un’under 11 flag. I Tigers devono il proprio successo ai loro sforzi fatti per reclutare nuovi giocatori e hanno utilizzato un semplice modello di reclutamento, replicabile da ogni squadra europea.

Sotto la guida del presidente Jernej Pavlič, i Tigers hanno affrontato il reclutamento con un approccio diverso rispetto alla maggioranza delle squadre europee. I Tigers sono partiti dalle squadre giovanili e di flag, in modo da buttare delle fondamenta solide per lo sviluppo delle abilità necessarie a giocare a football, oltre a una piattaforma sostenibile attraverso la quale chiunque fosse interessato a giocare potesse migliorare. I Tigers hanno cominciato dai giovani sloveni, dando loro la priorità rispetto alla squadra tackle senior.

“Con i Tigers, abbiamo iniziato coi ragazzini di 13, 14 e 15 anni”, spiega Pavlič. “Poi abbiamo iniziato a reclutare i ragazzini di 11 e 12 anni. Abbiamo ritardato la creazione della nostra squadra senior tackle, che è stata l’ultima a essere aggiunta al nostro programma. Di solito in Europa si fa al contrario, e la squadra senior impegna tutte le risorse della squadra: allenatori, tempo,ecc. È un costo enorme. Noi invece abbiamo cominciato dal basso, e questa strategia ci ha portato ad avere il club più grande di tutta la Slovenia”.

In soli tre anni, i Tigers hanno superato anche i Silverhawks, la squadra slovena più vecchia (fondata nel 2001), in termini di iscritti. È una prova inoppugnabile dell’approccio del presidente Pavlič verso lo sviluppo di squadre di football di successo.

Grazie alle sue idee e al suo successo, Pavlič è stato eletto presidente della federazione slovena nel 2014. Sotto la sua guida, tutta la federazione ha adottato il suo approccio innovativo per espandere il football a livello nazionale.

Quando gli è stato chiesto come la federazione slovena promuove il football nelle scuole, Pavlič ha spiegato la procedura. “Di solito andiamo nelle scuole elementari, nelle scuole superiori, anche nelle università, e promuoviamo il gioco del football, in particolare il flag football. Il flag è la scelta migliore per cominciare a giocare, poiché richiede meno spese e meno giocatori, ed è un’ottima porta d’ingresso verso il tackle football”. Questo tipo d’approccio ricorda quello degli Utrecht Dominators (Paesi Bassi), che ha portato successi simili.

“Stiamo ottenendo buoni risultati grazie a questo approccio”, ha continuato a spiegare Pavlič. “Per esempio, recentemente abbiamo presentato il football nelle scuole di due città e 25 ragazzi hanno iniziato a giocare. È sicuramente un processo lento, ma il nostro tipo d’approccio sta chiaramente dando dei risultati”.

La situazione in Slovenia però non è tutta rose e fiori. La federazione slovena e le sue squadre devono affrontare gli stessi problemi delle altre squadre europee che cercano di far crescere il football. Come in Bosnia, le squadre slovene non possono ricevere sostegni economici governativi a causa del modo in cui gli sport vengono classificati dal governo sloveno.

In Slovenia, il Ministero dell’Educazione, della Scienza e dello Sport divide gli sport in due categorie: gli sport olimpici, che occupano la categoria superiore, e gli sport non olimpici, che sono ulteriormente divisi in 3 categorie. Quando uno sport sale di categoria, le squadre possono ricevere sovvenzioni statali e sostegno da parte del governo. Al momento, il football è nella seconda categoria degli sport non olimpici, fuori dalla categoria superiore.

Ciononostante la federazione slovena, come i bosniaci, sta lavorando duro per salire di categoria e ricevere maggiori sovvenzioni e sostegno da parte del governo. La federazione ha richiesto di essere ammessa nella sotto-categoria degli sport maggiori e dovrebbe ricevere una risposta a breve.

Anche se l’ottimismo permea tutta la comunità del football europeo, l’ottimismo sloveno spicca dalla massa. E questa è una piacevole sorpresa, considerando che il football è ancora dietro a sport come il calcio e il rugby.

Robert Fišer, fondatore e quarterback dei Maribor Generals, conferma la passione che sentono la maggior parte degli sloveni. “Quello che dico sempre è che il football è diverso dagli altri sport perché in squadra puoi avere persone di qualsiasi estrazione sociale e con qualsiasi tipo di fisico. Quando i giocatori arrivano ad allenamento, diventiamo una famiglia. Quando smettiamo di giocare, restiamo amici. Il football per noi è molto più di uno sport”.

Nejc Lebar, head coach dei Kranj Alp Devils, ha fatto eco alle parole di Fišer. “Giocherò fin quando riesco, e quando non potrò più giocare, inizierò ad allenare. In Slovenia, il football ti porta in un’altra famiglia, una seconda famiglia”.

Con un tale ottimismo, guidato da una strategia volta a ottenere risultati tangibili, non c’è alcun dubbio che l’approccio innovativo e dal basso adottato dalla federazione slovena e dalle sue squadre continuerà a favorire una crescita del football sostenibile e a lungo termine.

Questo è il secondo di una serie di articoli riguardanti lo stato del football nei Balcani. Per leggere il primo articolo della serie, clicca qui.